Lo stato di salute delle carceri italiane oggi non è certo quello dei giorni migliori, al punto da diventare negli ultimi anni oggetto di critica e monito da parte delle stesse istituzioni comunitarie. Al problema sovraffollamento, che è causa principale delle pessime condizioni in cui sono costretti a vivere i detenuti, si aggiunge infatti quello della sicurezza di chi opera quotidianamente al fine di garantire l’ordine in queste strutture. Parliamo ovviamente degli agenti di Polizia Penitenziaria, che tornano a chiedere strumenti idonei a difenderli in caso di aggressione durante l’orario di servizio, ovvero gli spray antiaggressione.
Mantenere ordine e pacifica convivenza non è certo un compito facile da gestire, soprattutto alla luce dell’evidente inferiorità numerica degli agenti rispetto al numero dei detenuti: un’anomalia che spesso sfocia in episodi di violenza.
Come quello avvenuto alcuni giorni fa nel carcere di Torino, dove una guardia penitenziaria è stata aggredita a morsi senza motivo riportando ferite alla mano sinistra. L’aggressore, un extracomunitario di 44 anni tratto in arresto dalla Polizia Penitenziaria per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali aggravate, non è infatti nuovo a questo tipo di violenza, in quanto già detenuto per lesioni personali.
Quello citato è solo uno degli innumerevoli episodi di aggressione che le guardie carcerarie sono costrette a subire ogni giorno all’interno delle carceri. Per questo l’Osapp – l’Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria – è tornata ad esigere a gran voce che tutti gli agenti operanti nelle strutture carcerarie in Italia vengano dotate di spray peperoncino, seguendo l’esempio delle altre forze dell’ordine come Polizia, Carabinieri e Polizia Municipale.