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L’appello delle vigilesse di Milano: “Muniteci di spray al peperoncino”

La Festa della Donna è passata da alcuni giorni e numerose sono state le manifestazioni per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della tutela dei diritti femminili. Una questione che riguarda trasversalmente tutto il mondo femminile, a prescindere dalla posizione sociale, e che in Italia suscita l’interesse anche di chi è chiamato a garantire la sicurezza nelle nostre città. Per questo motivo le vigilesse di Milano, in occasione dell’8 Marzo, anziché accettare la classica mimosa hanno preferito chiedere in cambio qualcosa di concreto per la propria salvaguardia: gli spray al peperoncino.

 Le vigilesse meneghine formano quasi la metà dell’intero corpo di polizia locale e il loro contributo per la città è molto importante; tuttavia, non si sentono adeguatamente tutelate quando svolgono il proprio servizio a causa della mancanza di strumenti idonei ad operare nella maniera più efficiente possibile. Per questo il Sulpm – il Sindacato Unitario Lavoratori Polizia Municipale – pretende che l’amministrazione comunale fornisca le proprie iscritte di bombolette a base di oleoresin capsicum, alla stregua di quanto già avviene in altre città italiane ed europee.

Spray al peperoncino vigilesse di Milano

Come ben sappiamo, questo è uno strumento di autodifesa assolutamente valido, valutato dagli stessi addetti ai lavori più sicuro e decisamente più efficace dei tradizionali manganelli: il motivo è semplice, perché il suo utilizzo non comporta alcun contatto fisico e, soprattutto, nessun danno permanente alle persone. La conferma arriva dai tanti comuni italiani che hanno deciso di munire i propri vigili di questo prodotto, grazie al quale sono state risolte tante situazioni di violenza urbana senza drastiche conseguenze.

 Ma per le vigilesse di Milano, purtroppo, le richieste avanzate sembrano destinate a non essere esaudite per meri motivi ideologici: in sostanza, l’amministrazione comunale considera lo spray urticante uno strumento di offesa piuttosto che di tutela, nonostante i 180 infortuni registrati ogni anno a seguito di colluttazioni tra operatori e aggressori. Per queste ragioni il sindacato Sulpm, in occasione della festa della donna, anziché le simboliche mimose ha preferito regalare alle sue iscritte una bomboletta di autodifesa a proprie spese.